….una T shirt
.. questa è una delle magliette della mia “collezione lavoro”.
In questa collezione entrano a far parte tutte quelle usurate dal tempo, da macchie indelebili, colori evanescenti, fuori corso, insomma da nascondere al mondo.
Al mondo dell’apparenza, ma non al mio mondo di lavoro.
A una parte di questo mio mondo che affacciato ad un grande cortile alberato si occupa di galline ovaiole, della raccolta delle uova e del loro imballaggio (…l’altra parte del mondo, sarà poi quello della consegna, ma non rientra nella narrazione).
Su questo palco recito da solo e mi confronto solo coi miei pensieri, la manualità pesante o meno, lo scorrere più o meno rumoroso del torrente vicino e l’ingombrante banalità della vita.
…la maglietta, in questo caso blu’, è l’indumento che indosso d’estate.
Nel mio lavoro è quello che mi protegge meno dallo sporco che mi si appiccica sulle braccia aggiungendo un altro tassello all’immagine da clown nelle cui vesti declamo il mio monologo lontano dagli occhi del mondo.
Ma torniamo alla mia maglietta blu indossata oggi, lunedi’ 26 giugno, tre giorni dopo il falo’ di San Giovanni (la “fungalera”) e all’inizio di settimana e quindi immacolata senza i segni di vita vissuta (odore, sudore, ferite ..) che le si incolleranno addosso durante la stessa.
E’ quasi ( forse addirittura senza quasi) un inno alla gioia godere delle braccia nude che nuotano in quest’aere estivo ancora legato alla frescura notturna e sentirsi … nuovi!
E vabbè, annusiamo un po’ nei ricordi che “sporcano” ancora, nonostante il bucato, la mia maglietta blu.
Ad un certo punto della mia vita sportiva (mai competitiva, seppur impegnativa) ho deciso di abbandonare la bici e di provare con la corsa in montagna (interpretando un “festina lente” non ben definito come dicono i miei generi) e quindi la maglietta traspirante ( dopo le scarpe, elemento essenziale) è diventata una parte discriminante della divisa ( sono contrario alle uniformi e appena si poteva correvo a torso nudo, ma …) da runner (?).
Alla partenza delle gare a cui ho partecipato, sempre in incognito, partivo sempre per primo una o due ore avanti agli altri.
La mia non era anarchia e neanche la voglia di primeggiare ma solo voglia di partecipare senza dover fare le visite mediche e l’iscrizione a qualche gruppo sportivo.
Queste gare le ho sempre affrontate con pazienza, volontà e filosofia, lasciandomi superare tranquillamente dai più allenati, ma serbando sempre una riserva di fiato da parte per non trovarmi mai in carenza d’ossigeno quando si dovevano affrontare delle difficoltà improvvise.
… è una filosofia che, se si conosce se stessi, si può applicare a qualunque tipo di sport, ma anche in qualunque situazione o espressione della vita.
L’importante non è essere primo, ma essere consapevole e orgoglioso della propria unicità
( qualcuno penserà che stia esagerando, ma …).
Beh, devo ammettere che nei primi tratti mi sentivo sempre un po’ fuori luogo, fuori tempo e fuori allenamento in questa “mission impossible”, ma poi tutta l’armatura ingombrante, sudata e addirittura inutile dello sportivo ( tranne le scarpe!) diventava una seconda pelle e io un cinghiale o un lupo transumante senza fame di risultati, ma solo di raggiungere la meta o se preferite il giaciglio.
Per far intendere lo spirito con cui affrontavo le mie uscite riporterò ora alcuni pensieri che mi hanno accompagnato durante o alla fine dei percorsi
.
– senza data e luogo
sono contento perché non mi sono perso d’animo e ho superato l’acuto stallo di malessere e sono tornato a casa con immutata voglia di continuare.
_ LA VIA DEI LUPI
parto alle 5,20
ore 9,30 capanna Morgantini:
Sono un lupo solitario, non ho ancora visto nessuno.
E’ bellissimo!
ore 12,40 arrivo a San Bartolomeo di Chiusa: sono soddisfatto ed orgoglioso.
E’ stato un viaggio nei “pascoli del cielo”.
Prima in ebbra solitudine poi come “rolling stone” in discesa con gli altri
Ti ringrazio, Dio, di avermi dato la volontà e la forza di farlo e di averlo goduto appieno.
_TROFEO BESIMAUDA
sono le 6,30, è notte e non trovo l’inizio del percorso,
sono partito un’ora e mezza prima degli altri,
ore 9,30 mi supera il primo concorrente.
Per un po’ gli guardo il colore delle suole delle scarpe, ma poi sparisce nella nebbia, verso la croce.
Arrivo al centro congressi alle 13,30
.. nella discesa finale mi sento uno scatolone che rotola e quelli che mi superano ( tutti!) delle gazzelle.
E’ stata dura, sentieri terribili e dislivello notevole (1880 metri):
sono contento di esistere!
_ Arrivo alla croce ( Bric Costa Rossa) 0re 8,10 del 2 luglio 2010.
… solo, sull’albero maestro,
le balle chete,
ho scrutato il mare
e ora, ad occhi chiusi,
mi lascio cullare
dalle onde del “Pàre Celeste.
W la fragile ed estasiata resistenza umana!
_ Sambuco, giro del Bersaio 20 luglio 2013
Io ho impiegato 4 ore e 10 minuti, il primo 1 ora e 57 minuti
Io sono contento lo stesso perché, pur senza allenamento, ho fatto questi 18 km in allegria e curiosità, in questa magnifica e coloratissima giornata d’estate.
_ 5 luglio 2020
… fino alla Croce e poi verso le due punte in compagnia di una “signora-ragazza” molto dinamica e simpatica
la discesa è stata perigliosa e punteggiata, da parte mia soprattutto, da cadute più o meno violente, ma soprattutto da risate e discorsi d’intesa.
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….sarò andato fuori tema, ma la maglietta blu ha rimesso in primo piano queste annotazioni che hanno sottolineato il mio spirito e definiti i diversi ruoli della stessa.
Prima costume di gara, poi di lavoro, ma sempre sottendente emozioni.